FAI UNA SCELTA DALLA TUA PARTE…
Nell'ultimo anno e mezzo ho vissuto nella mia azienda una fase di trasformazione contrattuale. Per la prima volta dopo molti anni le lavoratrici ed i lavoratori, nonostante la loro precarietà, si sono fatti soggetti attivi ed hanno ottenuto con le lotte risultati importanti, attenzione dai media e dalle istituzioni.
Migliaia di donne e uomini hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato, questo però non ha portato con se un reddito tale da superare la soglia di povertà, oserei dire "impedendo ad un'intera generazione di vivere dignitosamente la propria esistenza."
Candidandomi al COMUNE DI ROMA voglio portare le istanze di emancipazione direttamente dentro le istituzioni, rappresentandole per quello che ho vissuto e vivo.
In questo percorso non sono e non voglio essere sola, credo nel sostegno di tante donne e tanti uomini che come me soffrono per la loro condizioni disagiata prodotta da anni di cattive politiche sul lavoro, dall'oblio in cui il lavoro salariato, il lavoro faticoso e "sporco" è stato gettato da una cultura individualista ed edonista, che ha sostituito la realtà con programmi televisivi sfavillanti.
Bisogna da subito creare un reddito di cittadinanza che liberi i precari dai loro sfruttatori.
Mi riconosco in una parte, voglio lottare democraticamente per affermare le ragioni di una parte di questo paese che produce e soffre. Mi ritrovo nel programma de LA SINISTRA L'Arcobaleno.
Vogliamo:
· Superamento della precarietà, cancellazione delle collaborazioni fittizie, centralità del contratto a tempo indeterminato,
· Riforma della legge sugli appalti,
· Cambiamento normativo sulla cessione dei rami d'azienda (che già era stata formulata in una proposta di legge),
· Una diversa regolazione del lavoro part time, per creare una flessibilità positiva per le lavoratrici ed i lavoratori e non solo per le aziende.
Vorrei che il Comune di Roma si impegnasse in un welfare di prossimità, con servizi che agevolino e migliorino in maniera sostanziale le condizioni di vita create dalla precarietà salariale.
Accesso agevolato:
· alla casa,
· agli asili nido e all'istruzione di ogni livello.
Accesso gratuito:
· ai trasporti,
· alla cultura (musei, cinema, teatri).
Dalla mia esperienza so che la precarietà non è solo condizione materiale ma anche psicologica e "culturale".
L'accesso alla cultura e ai trasporti danno vita alla relazione, liberano dall'isolamento, aprono prospettive e fanno gioire aiutando a migliorare la propria condizione.
vogliamo il pane e pure le rose..
La precarietà non è solo una condizione economica, chi la produce non obbliga solo le persone a lavorare molto, troppo, ma anche a rinunciare a tutta una serie di piaceri in un mondo di relazioni che rendono la vita degna d'essere vissuta.
Per questo credo che il Comune si debba occupare con grande attenzione di questo, dando a tutti i suoi cittadini SPAZI DI VITA DIGNITOSI.
Vorremmo una città che rispondesse solidalmente alla condizione indotta di precarietà…
BARBARA COSIMI